Sviluppo sostenibile e PMI: quali opportunità?
Cosa si intende per sviluppo sostenibile, perché la sostenibilità è importante per le imprese, quali vantaggi e opportunità per le PMI che integrano la sostenibilità nei propri modelli di business.
Cosa si intende per sviluppo sostenibile e sostenibilità?
Sviluppo sostenibile e sostenibilità, due concetti interrelati ma non coincidenti.
Per comprenderne significato e differenze, ci viene incontro la ISO Guide 82:2019 - Guidelines for addressing sustainability in standards, una guida per gli sviluppatori di standard ISO su come tenere conto della sostenibilità nella redazione, revisione e aggiornamento degli standard.
Secondo il documento, “La sostenibilità è l'obiettivo dello sviluppo sostenibile. Si riferisce a qualsiasi stato del sistema globale in cui i bisogni del presente vengono soddisfatti senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni.
Il concetto di sostenibilità è in continua evoluzione. Comprendere e raggiungere un equilibrio tra sistemi ambientali, sociali ed economici, idealmente in modi che si sostengono a vicenda, è considerato essenziale per compiere progressi verso il raggiungimento della sostenibilità. Il raggiungimento della sostenibilità è oggi riconosciuto come una delle considerazioni più importanti in tutte le attività umane.
Il termine "sviluppo sostenibile" è spesso usato per descrivere lo sviluppo che porta alla sostenibilità, e il termine "responsabilità sociale" è spesso usato per descrivere come una singola organizzazione (ad esempio un'azienda) può contribuire allo sviluppo sostenibile”.
Sintetizzando:
- Dal punto di vista di un’azienda, lo sviluppo sostenibile è un processo di trasformazione coerente con i bisogni futuri, oltre che con gli attuali, che si realizza quando l’azienda riesce a creare valore senza compromettere la possibilità delle future generazioni di soddisfare i propri bisogni.
- La sostenibilità è l’obiettivo dello sviluppo sostenibile.
- Le 3 dimensioni dello sviluppo sostenibile sono: sostenibilità economica, sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale.
Facendo riferimento alla ISO 26000, la guida per la responsabilità sociale rivolta a tutte le tipologie di organizzazioni, l’obiettivo dello sviluppo sostenibile è raggiungere la sostenibilità per tutta la società nel suo complesso e per il pianeta. Ciò non riguarda la sostenibilità o la vitalità continua di ogni specifica organizzazione. La sostenibilità di una singola organizzazione può essere compatibile o meno con la sostenibilità della società nel suo complesso, che si ottiene affrontando gli aspetti sociali, economici e ambientali in maniera integrata. Consumo sostenibile, uso sostenibile delle risorse e abitudini sostenibili riguardano tutte le organizzazioni, oltre a riguardare la sostenibilità della società nel suo complesso.
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Come perseguire lo sviluppo sostenibile? Nel 2015, i 193 Paesi membri dell’ONU, tra cui l’Italia, hanno sottoscritto l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità.
Essa stabilisce 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) da raggiungere entro il 2030, tra loro interrelati e che tengono in considerazione tutte le dimensioni dello sviluppo: economica, ambientale e sociale.
Tutti i Paesi sono chiamati a contribuire al raggiungimento degli SDGs e ciò richiede il forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, incluse le imprese.
Il rapporto sui comportamenti “sostenibili” delle imprese diffuso dall’ISTAT nel 2020 (“Sostenibilità nelle imprese: aspetti ambientali e sociali”), che prende in considerazioni i dati del 2018, rileva che le imprese italiane sono attente alla sostenibilità ambientale e sociale. Nel dettaglio, tuttavia, sono maggiormente impegnate nella sostenibilità ambientale: il 10,3% del campione ISTAT ha realizzato più di 10 azioni di sostenibilità ambientale, il 2,7% ne ha compiute più di 10 di sostenibilità sociale.
Secondo l’Istituto, però, i comportamenti sostenibili crescono all’aumentare della dimensione dell’impresa: le unità produttive di grandi dimensioni (250 addetti e oltre) presentano valori di oltre 10-20 punti percentuali superiori alla media nazionale in tutte le macro attività.
Le micro imprese (3-9 addetti) sarebbero più orientate al miglioramento del benessere lavorativo mentre le imprese con 500 e più addetti risultano più attente alla sicurezza e alla riduzione dell’impatto ambientale.
Ciò evidenzia l'importanza per le PMI di intraprendere un percorso verso la “vera” sostenibilità, che consideri tutti o comunque il maggior numero di aspetti per uno sviluppo sostenibile, non limitandosi a un singolo aspetto.
Perché è importante per le PMI impegnarsi nello sviluppo sostenibile?
Le PMI che attueranno strategie e pratiche per integrare i principi della sostenibilità all’interno dei propri modelli di business potranno ottenere molteplici benefici.
In particolare:
- Aumento dell’efficacia ed efficienza delle attività e dei processi aziendali, riducendo così anche l’uso e gli sprechi di risorse naturali con un relativo abbattimento dei costi e conseguente miglioramento delle prestazioni economiche.
- Maggiore capacità di innovazione, grazie all’analisi e gestione di opportunità e rischi che l’utilizzo di nuove tecnologie e modelli organizzativi presenta.
- Aumento delle vendite, superando la concorrenza sulle esigenze dei clienti relativamente ai temi della sostenibilità.
- Miglioramento della reputazione aziendale e incremento del capitale intangibile, con aumento della fiducia da parte degli stakeholder e impatti rilevanti sul coinvolgimento e soddisfazione dei dipendenti, attrazione e mantenimento dei talenti.
A proposito delle richieste dei clienti, l'indagine "Addressing the sustainability say-do-gap" di Ipsos (2021) rileva che, in generale, le persone vogliono vivere in modo sostenibile e fare la loro parte per la protezione dell'ambiente. In particolare, i dati mostrano che i consumatori hanno a cuore l'ambiente e che la sostenibilità continua a essere una priorità. In media, il 70% a livello globale afferma di essere più preoccupato per l'ambiente rispetto a un anno fa (ndr. 2020) e il 72% concorda sul fatto che, se la gente comune non agisce ora per combattere il cambiamento climatico, deluderà le generazioni future.
Per le PMI italiane è fondamentale, quindi, intraprendere un percorso verso la sostenibilità ponendo l’attenzione sull’impatto delle proprie attività sull’ambiente naturale e sul benessere delle persone e dei territori in cui esse operano.
Parlando di opportunità, i programmi nazionali ed europei di politica industriale, allo scopo di realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU, integrano tra i principi di base quello della sostenibilità e del Do No Significant Harm (DNSH) per poter accedere a incentivi e piani di finanziamento.
Pensiamo solo che la Commissione Europea è intervenuta con vari programmi sui temi del rispetto dell’ambiente, della società e delle risorse naturali. Tra questi, i principali sono il Green Deal, il Piano Europeo di azione per l’Economia Circolare e il Piano per la ripresa e resilienza, denominato NEXT Generation EU (NGEU).
In particolare, il Next Generation EU è un piano di ripresa che aiuterà l’Unione Europea a riparare i danni economici e sociali causati dall’emergenza sanitaria da coronavirus e contribuire a gettare le basi per rendere le economie e le società dei paesi europei più sostenibili, resilienti e preparate alle sfide e alle opportunità della transizione ecologica e digitale.
In Italia, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) illustra le proposte di allocazione delle risorse derivanti dal Next Generation EU. Il piano, volto a sostenere le imprese a seguito dei numerosi cambiamenti innescati dalla crisi pandemica da Covid-19, offre l’opportunità alle piccole-medie imprese (PMI), nerbo dell’economia italiana, di migliorare sui temi della sostenibilità sociale e ambientale e dell’innovazione.
Inoltre, in tema di compliance, intraprendere il percorso verso la sostenibilità sarà utile alle imprese che dovranno rispettare i principi della direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) sul reporting di sostenibilità. Il reporting, secondo la direttiva, dovrà seguire gli standard prodotti dall’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), differenziati per le grandi imprese e le PMI.
Non dimentichiamo poi che la sostenibilità è uno dei pilastri alla base del concetto di Industria 5.0, insieme alla centralità dell’uomo e alla resilienza. Un nuovo approccio, quello dell’Industria 5.0, proposto dalla Commissione Europea che, all’interno della visione di una sostenibilità competitiva, considera l’industria come protagonista e come base per la trasformazione sistemica e la rigenerazione planetaria.
Questo approccio va al di là della mera produzione di beni e servizi per il profitto, in quanto concentrarsi solo su di esso significa non tenere in conto costi e benefici per ambiente e società. Per perseguire l’Industria 5.0 le imprese dovranno adottare dunque un modello produttivo basato sull’innovazione responsabile.
Le PMI si trovano di fronte ad una sfida importante: affrontare il cambiamento verso la sostenibilità.
Saranno necessarie nuove conoscenze e competenze ed una cultura aziendale orientata alla sostenibilità.
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Il corso - la cui quarta edizione si terrà a luglio - si rivolge a Imprenditori, Innovation Manager, Dirigenti, Consulenti e Professionisti dei Sistemi di Gestione delle Organizzazioni, Quality Manager, Project Manager, che vogliono migliorare le proprie competenze in ambito ESG (Environmental, Social e Governance).